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		Rosarium
                  Virginis Mariæ 
      
                  
      
      1° mistero
                  del dolore 
      L'agonia di Gesù nel Getsèmani 
      
      
      
      
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		La
                      Parola
                      del Signore
                       
      
		Giunsero
      intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli:
      «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e
      Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: «La
      mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato
      un pò innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile,
      passasse da lui quell'ora. E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a
      te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò
      che vuoi tu». In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo
      sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. (Mc
      14,32-36; Lc 22,44) 
      
       
      
      
      
		
                      La Fede della Chiesa 
      
		Il calice della Nuova Alleanza, che Gesù ha anticipato alla Cena offrendo
      se stesso, in seguito egli lo accoglie dalle mani del Padre nell'agonia al
      Getsemani facendosi "obbediente fino alla morte" (Fil 2,8). Gesù
      prega: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!"
      (Mt 26,39). Egli esprime così l'orrore che la morte rappresenta per la
      sua natura umana. Questa, infatti, come la nostra, è destinata alla vita
      eterna; in più, a differenza della nostra, è perfettamente esente dal
      peccato che causa la morte; ma soprattutto è assunta dalla Persona divina
      dell' "Autore della vita" (At 3,15), del "Vivente" (Ap
      1,17). Accettando nella sua volontà umana che sia fatta la volontà del
      Padre, Gesù accetta la sua morte in quanto redentrice, per "portare
      i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce" (1Pt 2,24). 
       
      
      
		Meditazione
                       
      
		Sono io, [dice Gesù], e atterra gli empi. Che cosa farà quando verrà
      a giudicare, colui che ha fatto questo quando doveva essere giudicato?
      Quale sarà la sua potenza quando verrà per regnare, se era tanta quando
      stava per morire? Anche adesso, per mezzo del Vangelo, Cristo fa sentire
      ovunque la sua voce. E' certo i persecutori andarono, guidati dal
      traditore, per arrestare Gesù; trovarono colui che cercavano e udirono la
      sua voce: Sono io: perché non lo presero, ma indietreggiarono e caddero in
      terra, se non perché così volle colui che poteva tutto ciò che voleva?
      Ma in verità, se egli non si fosse mai lasciato prendere, essi certamente
      non avrebbero potuto compiere ciò per cui erano andati, ma nemmeno lui
      avrebbe potuto effettuare ciò per cui era venuto. Essi lo cercavano,
      nella loro crudeltà, per metterlo a morte; egli cercava noi per salvarci
      con la sua morte. Egli ha dato una prova della sua potenza a coloro che
      invano hanno tentato di arrestarlo; lo prendano ormai, affinché egli
      possa compiere la sua volontà per mezzo di essi che lo ignorano.
      (Sant'Agostino, Commento al Vangelo
      di Giovanni, Omelia 112) 
      
       
      
      
		
                      Preghiamo 
      
      O Dio, che nel tuo misterioso disegno di salvezza hai voluto continuare la
      passione del tuo Figlio nelle membra piagate del suo corpo, che è la
      Chiesa, fa’ che uniti alla Madre Addolorata ai piedi della croce
      impariamo a riconoscere e servire con amore premuroso il Cristo sofferente
      nel fratelli.
       
       
      
      
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